L’Europa offra asilo politico ai palestinesi di Gaza

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Vorremmo che l’Europa, il mondo, salvassero i palestinesi della Striscia di Gaza. Di fronte alla carneficina israeliana di Gaza ci sentiamo angosciati, addolorati, arrabbiati e soprattutto impotenti. Almeno, si sentono così quelli tra noi, che pensano sia inammissibile sacrificare la vita di tanti civili inermi, donne e bambini a qualsiasi obiettivo politico e militare. Che ancora di più lo sia nella piena confusione degli obiettivi politici e militari. Come solo effetto (collaterale, per il linguaggio più ipocrita) della volontà di vendetta. Ci pare strano che lo sdegno sacrosanto per le vittime israeliane, trucidate da Hamas, possa fare pendant con l’indifferenza o il dispiacere fatalistico, per le vittime palestinesi bombardate da Israele, prossime a essere travolte da un’invasione di terra. Ma così stanno le cose. Nonostante il progresso, la legge tribale rimane più forte della legge universale.

Ci sentiamo impotenti non solo come individui, ma come membri di un paese. Impotente è il nostro paese. O la nostra nazione, come piace dire a Giorgia Meloni. Questo è il motivo per cui siamo divisi tra tifosi. E il nostro dibattito si riduce ad aspre schermaglie per attribuire o respingere colpe. Non discutiamo per trovare soluzioni. Se anche le trovassimo, potremmo solo metterle agli atti. Siamo tifosi, perché non possiamo essere giocatori. E quando non giochiamo, né tifiamo, stiamo a bordo campo. Come l’Italia che si astiene all’Assemblea generale dell’Onu sulla risoluzione giordana per il cessate il fuoco. Pare che nel testo non ci fosse la condanna univoca di Hamas. Eppure, se l’Italia avesse voluto il cessate il fuoco avrebbe potuto chiederlo a modo suo, presentando una sua risoluzione, invece di rifugiarsi in una timorosa astensione.

La risoluzione giordana è passata lo stesso, con 120 paesi a favore, 14 contrari, 45 astenuti. Ma non è vincolante. L’Onu partecipa alla nostra impotenza. Il suo segretario generale, Antonio Guterres ha pronunciato tutte le frasi giuste. La condanna di Hamas, i suoi «orribili e inauditi atti di terrore». Ma ne ha pronunciate due di troppo.

  1. «Le atrocità non giustificano le atrocità. Le “leggi di guerra” si applicano a tutte le parti in conflitto, e quando una parte viola tali leggi, non autorizza l’altra parte a ignorarle. Infatti, nulla di ciò che fa una parte può giustificare i crimini di guerra dell’altra parte».
  2. «È importante riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono venuti fuori dal nulla. Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione. Hanno visto la loro terra costantemente divorata dagli insediamenti e tormentata dalla violenza; la loro economia soffocata; la loro gente sfollata e le loro case demolite. Le speranze di una soluzione politica alla loro situazione sono svanite. Ma le rimostranze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas. E questi terribili attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese».

La pura e semplice verità. Perciò, Israele ne ha chiesto le dimissioni ed ha rifiutato i visti d’ingresso ai funzionari dell’Onu. Nel diritto internazionale materiale è Israele che legittima o delegittima l’ONU, con la protezione degli Stati Uniti, donatori di armi avanzate per 14 miliardi di dollari. L’Italia non ha speso una parola in difesa del segretario dell’ONU. E neanche l’Unione Europea. Solo Pedro Sanchez ha coraggiosamente ipotizzato se non sia lecito chiedersi se Israele sta rispettando il diritto internazionale. Pare ci siano dubbi.

L’impotenza nostra e del nostro paese stanno nella cornice più grande dell’impotenza dell’Unione europea. Che per le sue divisioni, la sudditanza agli Stati Uniti, il senso di colpa tedesco per l’Olocausto, non è capace di prendere alcuna posizione, nonostante la drammaticità di una situazione che vede due milioni di esseri umani imprigionati in una striscia di terra bombardata a tappeto, in procinto di diventare il mattatoio dell’invasione israeliana di terra. Un anno e mezzo fa, per molti mesi, l’Unione europea si rappresentava come l’alfiere del diritto internazionale e umanitario contro l’invasione russa dell’Ucraina. Diceva di essere finalmente unita, di avere ritrovato un ruolo, di essere il vero bersaglio dell’offensiva russa. Ma perché mai qualcuno vorrebbe prendere a bersaglio l’Unione europea? Forse, per allenarsi.

Eppure, nel nostro essere europei impotenti, innocui, finto-importanti, nella guerra russo-ucraina, una cosa di valore l’abbiamo fatta. Abbiamo accolto e assistito più di un milione di profughi ucraini. Soprattutto donne e bambini. Se sappiamo fare solo questo, ed è molto, facciamo questo. Al meglio delle nostre possibilità. Condanniamo Hamas. Dichiariamo di volerla vedere distrutta, anche senza sapere in cosa possa consistere questa immagine. Ribadiamo il diritto alla difesa di Israele. Nel rispetto del diritto internazionale, fermo restando che le violazioni vanno addebitate ad Hamas. Ma almeno offriamoci per fare di nuovo qualcosa che abbia valore.

Due milioni di palestinesi sono sotto le bombe israeliane in tutta la Striscia di Gaza. In condizioni igienico-sanitarie disastrose. Ricevendo aiuti umanitari con il contagocce. Isolati dal mondo. Non c’è in quel pezzo di terra un posto sicuro. Gente fuggita al sud, secondo l’ordine israeliano di evacuazione, sta tornando al nord, perché tanto è sotto le bombe lo stesso, e al sud, senza ospedali, in villaggi sovrappopolati, la sopravvivenza è al limite. I palestinesi di Gaza sono sigillati da ogni parte, non possono scappare in Israele, non possono scappare in Egitto, non possono buttarsi in mare. Sono i profughi di Gaza delle precedenti guerre israeliane, impossibilitati a essere i profughi di questa guerra israeliana.

Allora, l’Unione europea offra asilo politico a tutti i palestinesi. È chiaro che non sono migranti economici. Per l’Europa due milioni di palestinesi sono possibili da assorbire. Al limite, facciamoci aiutare dagli Stati Uniti. Così, il cessate il fuoco sarebbe richiesto in funzione di una grande operazione di evacuazione. Magari, sarebbe più accettabile per americani e israeliani. Se l’Unione europea è qualcosa di somigliante a una grande ONG, facciamo bene e fino in fondo questa parte. Salviamo i palestinesi di Gaza.