Blocco delle partenze: una strategia illusoria per l’Italia e l’Europa sulla migrazione

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In risposta alla strage dei naufraghi migranti di Crotone, il governo dice che bisogna bloccare le partenze. Una strategia illusoria perseguita da molti anni. Che ha portato l’Italia e l’Europa a dare soldi e mezzi alla Turchia e alla Libia, per trattenere i migranti nel loro territorio. Spesso in condizioni disumane. I risultati sono sempre stati parziali. Perché, coste e confini non si possono presidiare metro per metro. Nei momenti di crisi, la pressione migratoria diventa più forte e tanti disperati riescono comunque a partire. Quando non sono i guardiani turchi e libici, magari sovrapposti ai cosiddetti scafisti, a voler allentare le maglie. Per alzare il prezzo e ricattare i paesi europei.

Insistere sul blocco delle partenze, significa cercare di mettersi la coscienza a posto e continuare a ignorare le cause della migrazione. I profughi, partiti dalla Turchia e annegati al largo di Crotone, arrivavano dall’Iran, dal Pakistan, dall’Afghanistan. Paesi martoriati dalla repressione della dittatura, dalla guerra civile, dalle nostre guerre. Chi fugge dalla violenza, la fame, i cataclismi, non ha paura del mare e degli ostacoli che gli europei possono frapporre alla sua fuga. Perché il peggio è alle sue spalle. I governi europei, in particolare i governi xenofobi come quello italiano, non solo contribuiscono alle situazioni di crisi, invece di agire per risolverle. Ma negano i soccorsi, o addirittura li ostacolano, criminalizzando e sanzionando i volontari delle Ong.

Si dice che il decreto italiano contro le Ong non c’entra, perché sullo Ionio non ci sono Ong. La zona di mare del naufragio è quasi esclusivamente presidiata da Guardia costiera e Guardia di Finanza (che non sono intervenute). Ma se non c’entra, allora lo stesso decreto è inutile e vessatorio. Perché i profughi che arrivano sulla costa ionica dalla rotta turca, raddoppiando in un anno, non sono evidentemente attratti dalle Ong. Tuttavia, la stessa tragedia poteva verificarsi, come si è verificata in passato, sul canale di Sicilia, dove le Ong sono ostacolate.

I governi europei, compreso il governo italiano, devono assumersi la responsabilità di pattugliare sistematicamente il Mediterraneo. Per soccorrere ogni imbarcazione precaria, quando e dove occorre, invece di chiudere gli occhi e bendare gli operatori umanitari. Così come devono consentire l’accesso legale in Europa. Perché, un migrante (centinaia, migliaia di migranti) sceglie di compiere un viaggio pericoloso e costoso, mettendosi nelle mani di gente senza scrupoli? Perché non può, come faremmo noi, prenotare un biglietto in aereo o in nave, altrimenti lo bloccheremmo o lo rispediremmo indietro. Perciò, quei profughi morti annegati, siamo stati noi ad affogarli. Governo italiano e governi d’Europa.

P.S. Alle colpe del governo, si aggiungono le parole ripugnanti del ministro dell’interno.