L’unicità della shoah. Lo stermino degli ebrei e Israele

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È sbagliato sovrapporre la shoah, lo sterminio degli ebrei compiuto dal nazifascismo, al massacro dei palestinesi compiuto da Israele. In generale, è sbagliato considerare la shoah un massacro tra gli altri.

La shoah è unica nella storia umana.

Ci riguarda in modo diretto. Perché furono gli europei tedeschi a sterminare gli ebrei. Aiutati dagli europei italiani e dalla riluttanza, se non dall’opposizione, di altri europei ad accogliere e proteggere i rifugiati ebrei. Questo come epilogo di una lunga storia europea di antigiudaismo e antisemitismo.

I nazisti la vollero, teorizzarono, perseguirono in modo scientifico. Attraverso un sistema burocratico, industriale, il sistema concentrazionario, che deresponsabilizzò i suoi esecutori materiali, trasformandoli in un ingranaggio di sistema.

Il nazifascismo perseguì gli ebrei in quanto ebrei. Senza che le vittime fossero parte in causa in un conflitto. Senza che potessero fare alcunché per arrendersi, sottomettersi, andarsene, pur di aver salva la vita.

Tutto questo non trova eguali nella storia di altri conflitti. O almeno, io non ne trovo.

Perciò, penso sia una provocazione sbagliata quella di promuovere manifestazioni a favore dei palestinesi, o contro Israele, proprio nel Giorno della Memoria.

Tuttavia, il rifiuto della sovrapposizione va sostenuto sul piano dell’argomentazione politica e storica e non con i divieti di polizia. Per quanto sbagliato, il paragone tra il massacro dei palestinesi e lo sterminio degli ebrei è una opinione legittima. Che può essere sostenuta pubblicamente. È da combattere; con argomentazioni e confutazioni, non con i manganelli.

D’altra parte, una questione esiste. Se la shoah è unica, il Giorno della Memoria non è un compartimento stagno. Un rito che può essere celebrato nell’ignoranza o nell’indifferenza del presente storico. Neppure è giusto che stabilisca una sovrapposizione con il presente di segno contrario. Mediante il vittimismo teso a giustificare o attenuare il giudizio sul comportamento di Israele.

Se il Giorno della Memoria non è solo celebrazione retorica, il ricordo del genocidio ha senso nel dire «Mai più!». Mai più per nessuno. Ovvero, nell’essere un atto politico che ricorda e soprattutto previene il genocidio. Ciò che la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite ha ordinato a Israele di fare. Non basta non essere genocidi, non esserlo stati fino a oggi. Bisogna pensare, dire, agire, in modo da non diventarlo nell’immediato e prossimo futuro.