Redistribuire i migranti in Italia e in Europa

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Giorgia Meloni afferma che la sua priorità non è redistribuire i migranti tra i paesi europei, ma impedire le partenze dalle coste nordafricane. Difesa dei confini, guerra ai trafficanti, accordi con i paesi africani. Questa è la sua proposta, dice la prima ministra, che aggiunge: al contrario la sinistra una proposta non ce l’ha. Se gli elettori della destra ci credono, possono apprezzare il programma massimo: bloccare i migranti in Africa. Ma se non ci credono, devono rimanere molto perplessi. Perché, se le partenze non si possono impedire e ai ricollocamenti si rinuncia, i migranti africani restano tutti con noi. Così, l’Italia rischia di diventare quel campo profughi d’Europa, che la nostra presidente del consiglio dice di non voler consentire.

In realtà, la situazione è meno drammatica. Quest’anno gli sbarchi sono raddoppiati rispetto all’anno scorso. Perché in Africa ci sono stati colpi di stato, guerre civili, siccità, catastrofi climatiche. Ma le proporzioni dei nuovi arrivi non sono quelle di un’invasione. L’Italia è un paese di 60 milioni di abitanti. Il suo PIL è pari a quello di tutta l’Africa. Perciò è capace di accogliere e assorbire 135 mila migranti in un anno. Quando Giorgia Meloni riconosce le cause dell’immigrazione, ma dichiara che l’Europa e l’Italia non possono accogliere altri immigrati, si riferisce a egoismi e paure irrazionali, non a una reale impossibilità. Anche perché, specie per l’Italia, i nuovi immigrati non si sommano a quelli vecchi.

La situazione, invece, è drammatizzata dai media che enfatizzano ogni sbarco. Dalla Lega che vuol competere con Fratelli d’Italia. In parte, dai democratici che rinfacciano al governo di destra di ricevere più migranti dei governi precedenti a dispetto delle proprie parole d’ordine. Così, l’opinione pubblica torna a credere che esista una emergenza immigrazione. In questo modo, i partiti che rappresentano la xenofobia diventano realisti immaginari e negano l’unica possibilità di gestire l’immigrazione. Legalizzare gli ingressi e redistribuire.

I paesi europei non vogliono redistribuire, perché hanno le nostre stesse paure, i nostri conflitti, e più migranti di noi. Poiché la redistribuzione avviene già di fatto, seppure illegalmente, e l’Italia rifiuta di riprendersi i migranti che le sono scappati nel resto d’Europa. Ciò nonostante, redistribuire è un principio di accoglienza e integrazione valido per l’Europa come per ogni paese europeo. Italia compresa. Questa è la proposta della sinistra: l’accoglienza diffusa. Invece di ammassare migliaia di migranti a Lampedusa e in alcuni grandi centri di detenzione, provocando l’effetto ottico dell’invasione, si possono redistribuire tutte quelle persone disperate in piccoli gruppi tra i nostri ottomila comuni. L’impatto migratorio sarebbe assente.