Carlo Rovelli il fisico pacifista

  • Autore dell'articolo:
  • Categoria dell'articolo:Mondo

Il fisico Carlo Rovelli ha fatto un discorso pacifista al concerto del Primo Maggio. Perciò, è diventato oggetto di attacchi, polemiche, censure. Lui, più che il discorso. Fino al pasticcio di Francoforte. Dove Riccardo Franco Levi, il commissario alla Fiera internazionale del libro, nominato dal governo italiano, ha dapprima in privato revocato l’invito allo scienziato, poi in pubblico riconfermato l’invito, tenuto conto di quanti hanno disapprovato il suo atto censorio. Il commissario voleva risparmiare al governo l’imbarazzo istituzionale delle critiche e gli ha procurato l’imbarazzo politico della censura. Stupisce che il commissario sia un uomo dell’Ulivo. Ma oggi, il pacifismo, mette in imbarazzo la sinistra più ancora che la destra.

Secondo i suoi detrattori, Carlo Rovelli abuserebbe dell’autorità dello scienziato, per farsi valere in politica estera, materia nella quale sarebbe ignorante. «Io faccio il ministro, lui faccia il fisico!», gli ha intimato Guido Crosetto, il ministro della difesa. Sebbene, in democrazia, chiunque, di qualunque mestiere, possa criticare il potere politico.

Evocare la competenza qui non c’entra con l’amore per il sapere, ma solo con gli espedienti polemici. Infatti, tra gli avversari di Carlo Rovelli non troviamo grandi esperti di geopolitica, ma solo politici e comuni opinionisti. D’altra parte, se sei un pacifista o un guerrafondaio, non lo decidono le tue informazioni, ma i tuoi valori. Il conflitto tra la pace e la guerra esiste in tutti i gradi di istruzione e di estrazione sociale.

Se poi, in politica estera siamo ignoranti, ciò non dipende dalla nostra riluttanza a studiare libri e riviste di politica internazionale, ma dalla riluttanza del governo a essere trasparente nelle decisioni che riguardano l’Italia nel mondo. A mettersi in gioco nel dibattito parlamentare e nel dibattito pubblico; coinvolgere i suoi cittadini nella discussione e nelle decisioni. Come richiede la democrazia, che il governo pretende di rappresentare sui fronti di guerra.

Ciò detto, non si capisce dove stia il difetto di competenza nel rilevare il conflitto d’interessi di un ministro della difesa legato all’industria bellica. Già presidente dei costruttori di armi. Un legame documentato dall’inchiesta di Domani, giornale dalla parte dell’Ucraina. Allo stesso modo, non si capisce dove stia il difetto di competenza nell’osservare che il governo italiano manda le sue navi nell’Oceano Pacifico, su richiesta degli Usa. Con il rischio di coinvolgere l’Italia in una guerra contro la Cina. Senza che il parlamento e la popolazione ne sappiano nulla (ecco l’ignoranza!).

È pur vero, che alcuni sfruttano la propria autorità maturata in un campo, per prevalere in un altro. Magari, campioni dello sport o divi dello spettacolo, che vogliono diventare governanti. Come Zelensky! Proprio lui dimostra che nessuno, al di fuori della propria comfort zone, è inadeguato per definizione. Semmai è sintomo di inadeguatezza voler stare sempre e solo nei propri limiti.

Nel caso del fisico che interviene contro la guerra, il passaggio di campo è relativo. Più che dal diritto, è mosso dal dovere. Perché proprio i fisici sono i padri delle armi nucleari e di dispositivi bellici super costosi e ultra pericolosi. Che possono distruggere vincitori e vinti, forse l’intera umanità e la vita sul pianeta. Può aver senso morire per la libertà, se i più sopravvivono per usufruire dell’eroico sacrificio. Altrimenti, è la follia dell’homo demens. Perciò, esiste fin dal principio della bomba atomica, anzi dalla Prima guerra mondiale, un movimento di scienziati impegnati nella lotta per la pace. Il fisico Carlo Rovelli sta nel solco di questa tradizione.